Ecco un argomento che abbiamo trattato nei mesi scorsi e che ho avuto di provare direttamente in questi mesi. Avremo modo di riparlarne in seguito, intanto propongo questa riflessione:
Molte volte ci chiediamo quali sono le difficoltà Salso e come si possono risolvere i problemi della nostra bellissima ma complicata città.
Nell’ultimo periodo ho avuto modo di provare direttamente quello che molti cittadini avevano segnalato durante la campagna elettorale, e che rimane un tasto dolente per la nostra economia.
Ho intenzione di aprire nei prossimi mesi un’attività commerciale a Salso e il tassello finale per questo progetto è la scelta della giusta “location” in cui avviare il negozio. Durante l’estate ho girato in lungo e in largo, anche tramite agenzia, alla ricerca di un locale adatto, scontrandomi purtroppo con un mondo che sembra quasi surreale.
Guardando le tantissime vetrine sfitte e piene di ragnatele, in centro e non, potrebbe sembrare che a Salso manchi la voglia di fare imprese o investimenti nel settore commerciale. Purtroppo, invece, uno dei problemi di fondo è la totale chiusura mentale di tantissimi proprietari, che chiedono cifre impensabili e fuori mercato. Richieste stratosferiche per piccoli locali, magari chiusi da molti anni, e nella maggior parte dei casi una mancanza di volontà nell’andare incontro a chi vuole investire, senza minimamente accettare richieste di trattativa o cali di prezzo.
Probabilmente qualcuno pensa che la nostra città sia ancora quella di 20 anni fa, o che in Italia non sia mai esistita la crisi economica. Oppure, cosa ancora più probabile, c’è una vecchia generazione di salsesi che dopo aver fatto fortune nei periodi d’oro non si rende conto che le cose sono cambiate, e insiste nel chiedere affitti assurdi. Tanti, anzi tantissimi, proprietari preferiscono tenere il negozio chiuso (con l’usura che ne consegue) invece di cederlo ad un prezzo più basso, ma che garantirebbe comunque l’uso della struttura e una rivalutazione dell’immobile. E’ un segno che per alcuni i soldi non mancano e quei 6-7000 euro di entrate in più all’anno non fanno certo la differenza. Ma il problema c’è, eccome, per chi vuole investire e per la città intera: i negozi chiusi non sono un bel biglietto da visita e rendono la città più brutta e spoglia, facendo mancare anche servizi utili a ravvivare l’economia cittadina.
Qualche mosca bianca per fortuna si vede, e ci sono esempi di chi negli anni è stato lungimirante, andando incontro alle esigenze degli affittuari e trovando formule soddisfacenti per entrambe le parti. Ma si tratta di casi sporadici in una realtà che, invece, pensa ancora che a Salso soggiornino Princìpi e Regine
Con questa mentalità viene voglia di cambiare progetto e pensare ad aprire in un’altra città, magari a Fidenza, ma la voglia di investire nella propria a Salso è forte.
La speranza è nelle nuove generazioni e nei nuovi proprietari, più liberi da condizionamenti e in grado di capire l’attuale situazione critica di Salsomaggiore.
Io, intanto, continuo a cercare…..
Matteo Orlandi
Ciao Matteo, vediamo se riesco a essere pratico. Sai che l'azienda delle mie signore ha aperto, in controtendenza, un punto di vendita agricolo in città. Ci sono riuscite grazie ai loro sforzi, ma anche alla disponibilità dei proprietari. L'idea era quella, al solito, di fare qualcosa che avesse un senso economico, ma anche che fosse qualcosa di utile per tutti. Nel caso specifico, i produttori di zona o meno che potevano usufruire della disponibilità di un luogo in cui vendere senza dover affrontare spese di avvio o di gestione, ma, se del caso, versare una percentuale sul venduto. Questo veniva annunciato su una pagina della Gazzetta proprio a fianco di un articolo in cui si chiedeva al comune di aprire un luogo proprio con le stesse finalità...
RispondiEliminaEppure, da allora, quasi un anno fa, praticamente nessuna azienda si è proposta, almeno da Salso (a parte una). Nessuna organizzazione ha pensato di usare quel piccolissimo spazio (a parte il WWF cui si aderisce).
Questo per dire, Matteo, che il problema come quasi sempre non è in questo o quello, ma in una mentalità che appare dura a scomparire. Il modo in cui voi state operando e presentando le cose su questo sito pare finalmente mostrare qualche crepa nel muro di "nullità" e spero sia più di un buon segno.
Mettere però l'accento sul deprezzamento di quel che c'è (nello specifico i locali da affittarsi) senza che questo avvenga nel quadro di una sorta di "patto sociale salsese" mi pare essere una resa, non una risposta. Affacciandosi dal negozietto si vede bene che il problema è quel che Salso è diventata in termini di richiamo verso un pubblico che difficilmente si attaglia alle sue caratteristiche storiche e sostanziali. Come ci siamo già detti di persona, Salso non potrà mai diventare Rimini: abbassarne ancora immagine e aspettative porterebbe alla definitiva creazione di un ghetto turistico senza speranze. Non ci sono gli spazi per grandi numeri e bassa reddività: ma si possono ancora salvare quelli per alta qualità e alta reddività.
Ma questo può avvenire solo all'interno di quel "patto sociale" di cui ti dicevo, mirato, dal solo punto di vista turistico, a far diventare (e non tornare) Salso la Cortina (o la Santa Margherita, o la Forte dei Marmi o la Gratz o quel che vuoi tu) del ben vivere, ben mangiare, ben comprare, ben stare.
Qualcuno vuole finalmente cominciare a proporre, realizzare, operare, questo nuovo "patto sociale"?
Perdonami se mi sono dilungato, ma magari serve.
Molto interessante questo tema.
RispondiEliminaSicuramente il mercato degli affitti per le attività commerciali, nelle zone del centro storico delle città, è un mercato con numerose e notevoli esternalità (il mio immobile affittato permette al mio vicino di richiedere, per l'affitto del suo, un canone maggiore di quello che avrebbe potuto richiedere se il mio fosse stato abbandonato...), in cui quindi il mercato, a volte, si rivela essere un meccanismo inefficiente di allocazione delle risorse e un comportamento cooperativo (per esempio accordarsi tutti su un canone minore) degli agenti (i proprietari degli immobili) gioverebbe a loro stessi prima di tutto. Tuttavia un'intervento del comune, come la calmierazione dei canoni, ha storicamente dimostrato di provocare più danni che benefici, essendo (forse) anche lesivo delle libertà economiche dell'individuo.
Voi, oltre "sperare nelle nuove generazioni", che proponete? Se foste al governo della città che fareste?
Grazie
@Marco: scusami per il ritardo ma pensavo di aver già risposto al tuo interessante commento, però si deve essere perso nei meandri di Blogspot. Concordo con te che serve assolutamente un "patto sociale" altrimenti ogni intervento rischia di cadere nel vuoto. Però in assenza di questo modello da seguire, di una progettualità seria che dia fiducia a chi vuole investire e che abbia un target ben preciso (del tipo "sappiamo dove vogliamo andare") lo stato degli attuali affitti è controproducente, perchè rischia di trasformare la città in un luogo sempre più abbandonato. Non dico che si dovrebbe deprezzare ma basterebbe essere in linea con quanto chiede il mercato, mentre le cifre attuali sono spesso rimaste bloccate a logiche di 20 anni fa. Ma il problema più grosso è la mancanza di capacità di una vecchia categoria di imprenditori/proprietari salsesi che si godono le fortune del passato e non fanno neanche un passo verso affitti più equi. Ho notato che manca la voglia di trattare, di discutere, di andare incontro a chi vuole investire, come se vivessero in un'altra realtà e non a Salso.
RispondiEliminaMa forse è proprio così, questo senso di distacco dalla nostra città è uno dei tanti problemi che la comunità si trova ad affrontare.
Tornando al "patto sociale": noi siamo pronti a lavorarci, anche se vediamo l'amministrazione non molto intenzionata ad ascoltarci. Con la predisposizione del programma un piccolo passo era stato fatto ma adesso la "palla" è in mano a questa amministrazione, che stimoleremo e pungoleremo con tante proposte e anche qualche bacchetata quando necessario! (e mi sa che sarà molto spesso visto che come stanno andando le cose).
@Alessandro: nel nostro programma avevamo inserito alcune possibili soluzioni per questo problema, che non è affatto semplice. Esistono esperienze di Comuni che sono riusciti (non senza difficoltà) ad aumentare le tassazioni locali per chi affitta con prezzi fuori mercato e preferisce tenere chiuso piuttosto che calare di un euro. E' una cosa molto complicata perchè si rischia di colpire anche chi vorrebbe andare incontro agli investitori ma ha locali che magari, per posizione o condizioni, non sono appetibili. Qualche formula però esiste, si tratterebbe di provare quello che è stato fatto in altre realtà e adattarla nel modo giusto a Salso.
Come per il tema delle vetrine vuote: avevamo proposto di seguire gli esempi di Prato e Pesaro (e molti altri) che hanno formato gruppi per mettere a disposizione gratuitamente i locali sfitti ad artisti locali, mercanti d'arte, ecc. Dove è stato fatto ha funzionato, ha reso il centro più vivo e bello, e ha consentito a molti negozi di ripartire, trovando nuovi investitori. Insomma, soluzioni ce ne sono, anche se complicate, ma penso che amministrare voglia proprio dire accettare queste sfide e provare a trovare ogni strumento possibile.
Ciao!