Le
condizioni in cui versano le nostre strade sono sotto gli occhi (e le
ruote) di tutti. In certi tratti collinari o in forte pendenza, oltre
all’usura del manto siamo in presenza di veri e propri crolli anche
del sottofondo che rendono praticabile a mala pena il passaggio.
Posto
che intervenire è necessario, la domanda è: dove si andranno ad
attingere i soldi necessari? Che programma di lavori sarà possibile
realizzare, tenendo conto della situazione disastrata in cui versano
le casse comunali? E soprattutto, quanto sarà necessario spendere?
Per
consuetudine, cerchiamo di ragionare su elementi concreti. Oggi è
difficile sapere con esattezza quanto il Comune potrà investire; un
po’ più chiaro, però, è quanto il Comune dovrebbe spendere per
un piano di rifacimento e manutenzione delle strade.
Il
dato di fatto è che finora, nel nostro Comune, tutti i lavori di
asfaltatura e riasfaltatura sono stati effettuati con le tradizionali
tecniche di bitumazione a caldo, che prevedono la produzione di
bitume in appositi impianti e il successivo trasporto in cantiere.
Questa operazione ha un costo elevato e le caratteristiche del
materiale utilizzato non sono tra le più idonee per garantire
stabilità e durata nel tempo.
Ormai
da diverso tempo si è diffusa la tecnica del riciclo dell’asfalto
esistente, che prevede l’utilizzo di apposite macchine in grado di
rilavorare l’asfalto vecchio per poi stenderlo nuovamente. Questa
tecnica porta parecchi vantaggi, tra cui minori costi di trasporto e
minore produzione di rifiuti speciali.
Ma
la tecnologia è già oltre: da qualche anno in varie parti del
mondo, Europa compresa, si è diffusa la tecnica del riciclo a freddo
con bitume schiumato: minori costi (30-50% in meno rispetto alle
tecniche tradizionali), minor impatto ambientale, tempi ridotti di
esecuzione e, soprattutto, maggiore stabilità.
Qualche
esempio: la riasfaltatura della strada di S. Rocchino costerebbe
all’incirca € 350.000/km, contro almeno € 500.000/km della
tecnica tradizionale; tenendo conto di un sottofondo maggiorato (per
ovviare alla pendenza e alla minore stabilità del suolo), del
ripristino dei tratti di strada franati e di una garanzia sul lavoro
di 2-3 anni. La manutenzione necessaria? Tenere pulite le canalette e
le banchine laterali per evitare ristagni d’acqua. Ergo, senza
batter ciglio potremmo aver già trovato un “finanziamento”
insperato di circa 150.000 Euro/km.
Sarebbe
interessante sapere se questa tecnologia è mai stata richiesta o
proposta negli appalti indetti a Salsomaggiore Terme; ma sarebbe
anche interessante verificare la rispondenza dei lavori svolti ai
capitolati della gara d’appalto.
Dunque,
come sempre, Cambiare Salsomaggiore vuole proporre un invito
(documentato) a ragionare in modo innovativo, perché Salso e Tabiano
ne hanno bisogno.
Giordano
Chiesa
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