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giovedì 6 giugno 2013

Dove trovare i soldi per le strade? Iniziamo dal risparmio

Le condizioni in cui versano le nostre strade sono sotto gli occhi (e le ruote) di tutti. In certi tratti collinari o in forte pendenza, oltre all’usura del manto siamo in presenza di veri e propri crolli anche del sottofondo che rendono praticabile a mala pena il passaggio.
Posto che intervenire è necessario, la domanda è: dove si andranno ad attingere i soldi necessari? Che programma di lavori sarà possibile realizzare, tenendo conto della situazione disastrata in cui versano le casse comunali? E soprattutto, quanto sarà necessario spendere?
Per consuetudine, cerchiamo di ragionare su elementi concreti. Oggi è difficile sapere con esattezza quanto il Comune potrà investire; un po’ più chiaro, però, è quanto il Comune dovrebbe spendere per un piano di rifacimento e manutenzione delle strade.
Il dato di fatto è che finora, nel nostro Comune, tutti i lavori di asfaltatura e riasfaltatura sono stati effettuati con le tradizionali tecniche di bitumazione a caldo, che prevedono la produzione di bitume in appositi impianti e il successivo trasporto in cantiere. Questa operazione ha un costo elevato e le caratteristiche del materiale utilizzato non sono tra le più idonee per garantire stabilità e durata nel tempo.
Ormai da diverso tempo si è diffusa la tecnica del riciclo dell’asfalto esistente, che prevede l’utilizzo di apposite macchine in grado di rilavorare l’asfalto vecchio per poi stenderlo nuovamente. Questa tecnica porta parecchi vantaggi, tra cui minori costi di trasporto e minore produzione di rifiuti speciali.
Ma la tecnologia è già oltre: da qualche anno in varie parti del mondo, Europa compresa, si è diffusa la tecnica del riciclo a freddo con bitume schiumato: minori costi (30-50% in meno rispetto alle tecniche tradizionali), minor impatto ambientale, tempi ridotti di esecuzione e, soprattutto, maggiore stabilità.
Qualche esempio: la riasfaltatura della strada di S. Rocchino costerebbe all’incirca € 350.000/km, contro almeno € 500.000/km della tecnica tradizionale; tenendo conto di un sottofondo maggiorato (per ovviare alla pendenza e alla minore stabilità del suolo), del ripristino dei tratti di strada franati e di una garanzia sul lavoro di 2-3 anni. La manutenzione necessaria? Tenere pulite le canalette e le banchine laterali per evitare ristagni d’acqua. Ergo, senza batter ciglio potremmo aver già trovato un “finanziamento” insperato di circa 150.000 Euro/km.
Sarebbe interessante sapere se questa tecnologia è mai stata richiesta o proposta negli appalti indetti a Salsomaggiore Terme; ma sarebbe anche interessante verificare la rispondenza dei lavori svolti ai capitolati della gara d’appalto.
Dunque, come sempre, Cambiare Salsomaggiore vuole proporre un invito (documentato) a ragionare in modo innovativo, perché Salso e Tabiano ne hanno bisogno.

Giordano Chiesa

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