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lunedì 5 maggio 2014

Siamo davvero alla frutta?




Il proponente di uno dei punti all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale ci perdonerà il titolo volutamente provocatorio di questo post, ma l’assist è stato troppo preciso per sbagliare un goal.
Abbiamo assistito agli ultimi consessi pubblici quando si è parlato di Terme, di macrostruttura comunale, della Liberazione di Salso…insomma, gli argomenti “forti” non sono mancati e purtroppo non sono per nulla esauriti nonostante l’Amministrazione Fritelli e la Giunta ci stiano mettendo un apprezzabile impegno.
E ci saremmo quindi aspettati che si procedesse su questa lunghezza d’onda, andando a puntualizzare e cercando di finalizzare quelle che sono le tematiche calde e ancora irrisolte per la nostra Città.
Come dicevamo, ahinoi gli argomenti non mancano. A partire per esempio dal bilancio preventivo 2014 (il record dell’Amministrazione Carancini non è ancora stato raggiunto ma siamo sulla buona strada), oppure le lettere di patronage sulle partecipate (non solo Terme) che spuntano qua e là inaspettate come funghi, o magari un rapido aggiornamento su cosa si sta facendo in vista di Expo 2015 e della prossima stagione turistica…il Giro d’Italia che incombe, le strade da sistemare…..e invece, mutuando da Johnny Stecchino di Benigni il memorabile dialogo sulle “piaghe di Palermo”, andremo a parlare finalmente del vero problema di Salso: i succhi di frutta. E di percentuale di frutta nei succhi di frutta. E non di tutta la frutta, ma di agrumi della Sicilia.
Premesso che non abbiamo tecnicamente nulla in contrario, anzi, sull’argomento e sugli obiettivi che l’ordine del giorno si pone, vorremmo capire meglio i termini della questione. Giusto per riassumere i termini dell’argomento, la Coldiretti nazionale chiede che le singole amministrazioni comunali discutano e condividano l’innalzamento del contenuto di frutta nei succhi, a tutela della salute del consumatore e del made in italy (nella fattispecie si parla di agrumi siciliani). Giustissimo. Ma allora, significa che d’ora in poi dedicheremo tempo a discutere e condividere tutto ciò che riguarda il made in italy? O discuteremo solo di ciò che verrà proposto da una sola Associazione, per quanto rappresentativa? Perché le tipicità non mancano, alimentari e non, e magari anche più vicine al nostro comune sentire di quanto lo siano le buonissime arance siciliane. Perché allora non proporre un ordine del giorno per la tutela delle acque termali? O magari, perché non riprendere l’argomento delle De.Co. (denominazioni comunali) di Salsomaggiore per istituire un disciplinare? Anche un “banale” ordine del giorno sulla tutela del Parmigiano Reggiano avrebbe avuto più senso. Probabilmente la risposta c’è: è molto più facile promuovere e condividere la “pappa pronta”, per cui prepariamoci in futuro a sostenere il buonissimo pistacchio di Bronte e l’eccellente cappero di Pantelleria, perché del Bargnolino di Salsomaggiore e del Sale delle Terme di Salso non importa a nessuno.


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