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giovedì 30 giugno 2011

E' necessario rivedere la Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio




A Salso serve rivedere il funzionamento della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio, è un passaggio necessario per la tutela del territorio e per un diverso sviluppo della nostra città. Ecco i motivi:

La Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio (CQAP), istituita in sostituzione della Commissione edilizia, è un organismo consultivo del Comune, a carattere esclusivamente tecnico.
E' presente in moltissime città, in esecuzione del disposto dell'art. 3 della L.R. 25/11/2002 n.31 (e per Salso dello specifico art 10.3 del vigente Regolamento urbanistico edilizio, approvato con deliberazione consiliare 01/07/2005 n.31).
La Commissione è chiamata ad esprimere pareri obbligatori e non vincolanti ai fini del rilascio dei provvedimenti in materia di beni paesaggistici, qulità urbana, interventi di risanamento conservativo e restauro e di abbattimento delle barriere architettoniche in edifici aventi valore architettonico come individuato dallo strumento urbanistico con tipologie RS (restauro scientifico), RC (restauro e risanamento conservativo), RT (ripristino tipologico).

Alla Commissione spetta inoltre esprimere parere sugli aspetti inerenti alla qualità urbana ed architettonica, gli aspetti formali (compositivi ed estetici) e al loro inserimento nel contesto urbano ed ambientale e paesistico ambientale, riguardanti:
A) strumenti di pianificazione urbanistica (PSC, PO, RUE, PUA, IEU) e relative varianti;
B) tutti gli interventi soggetti a Permessi di costruire e loro varianti essenziali;
C) tutti gli interventi soggetti ad autorizzazione amministrativa
D) le richieste di parere preventivo riferite alle pratiche di cui sopra.

E' proprio su questi temi, quelli dell'estetica e dell'inserimento nel contesto urbano, che nascono i nostri dubbi sul funzionamento di questa Commissione. Basta dare un'occhiata alle nostre colline o per le vie della città per notare strutture disomogenee, spesso contrastanti con gli edifici vicini, e avulse dal contesto urbanistico di riferimento. In tanti casi sembra una vera giungla, in cui ogni architetto o progettista sembra poter fare quello che vuole, inventando case o palazzi di qualsiasi sorta e senza collegamenti con la realtà termale e verde della nostra città.

Ma come è formata questa Commissione? E' composta da un Presidente e da 6 membri esterni all'Amministrazione.
Viene fatta una selezione, sulla base di un bando, per scegliere i componenti con specializzazione in materia urbanistica, beni culturali e paesaggio, tutela dell'ambiente, storia dell'architettura, restauro.
La selezione viene fatta sulla base dei curricula professionali presentati dai candidati.
La scelta delle persone viene fatta dalla Giunta, che spesso segue l'indirizzo dettato dall'Ufficio Tecnico.
A questo punto la domanda viene spontanea: dall'andamento dell'edilizia sul nostro territorio degli ultimi decenni, sembra che questa Commissione funzioni? Sono state rappresentate le vere esigenze sui beni culturali, paesaggio, e sulla tutela dell'ambiente?
Evidentemente no e il problema va ricercato a fondo, ovvero nella composizione della Commissione.
In molte città la selezione dei componenti è fatta in modo più preciso e legato alle varie competenze: ad esempio c'è chi indica di inserire obbligatoriamente degli iscritti all'elenco dei certificatori energetici con competenze in materia di rendimento energetico in edilizia, oppure laureati in scienze ambientali, con competenze in materie ambientali, paesaggistiche, agrarie e forestali, valutazione di impatto ambientale, sicurezza idraulica e rischio idrogeologico.
C'è, invece, chi richiede la presenza di docenti universitari o di membri di associazione ambientaliste, per avere un ampio ventaglio di pareri.

Anche altre realtà si sono interrogate sul ruolo delle Commissioni CQAP, come questo workshop che si è tenuto a Modena e che ha portato a riflessioni molto interessanti, tra cui quella di proporre riunioni aperte al pubblico, per rendere tutto più trasparente e condiviso.

Insomma, siamo convinti che questa Commissione a Salso debba essere profondamente rivista, sia nei modi di lavorare, sia nei criteri di selezione dei membri.
Pensiamo che possa essere un importante strumento di tutela del territorio ma deve poter funzionare nel modo giusto, con libertà e con un ventaglio di competenze ampio e davvero rappresentativo.
Visto che si è insediata una nuova amministrazione potrebbe essere l'occasione per fare questo importante passo verso un nuovo modo di vedere lo sviluppo urbanistico di Salso.

3 commenti:

  1. Prima di tutto a Salso dovrebbe essere azzerato lo sfruttamento delle nostre colline: gli edifici ci sono già, ristrutturiamo quelli.

    Per quanto riguarda gli edifici nella foto, li avevo già notati giocando a basket nel campetto sottostante.. una bruttura inaudita, da vergognarsi.

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  2. buonasera, siamo la famiglia che abita e che ha progettato la casa bianca che portate a titolo di esempio negativo nella foto. il gusto è espressione di libertà, è personale e quello che per voi è uno scempio per noi tre è la cosa più bella che abbiamo realizzato. parlate di cose serie se volete cambiare veramente salsomaggiore e non fare solo la solita demagogia. un saluto due ex elettori e una bimba ex sostenitrice.

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  3. Salve,
    se ha letto bene il nostro articolo non abbiamo dato nessun giudizio estetico sulla sua casa. E' stata sottolineata, però, la totale mancanza di una linea comune tra i criteri edilizi di molte parti del territorio salsese. Guardiamo la foto che introduce a questo post, senza dare un parere sulla bellezza degli edifici ma facendo attenzione alle loro linee e quanto hanno in Comune. Se spostassimo lo sguardo ancora più a sinistra, troveremmo un'altra casa ancora del tutto diversa, più simile ad una villetta tradizionale. Insomma, tre case, tre stili architettonici molto, molto diversi, che ben poco hanno in comune. Cosa sarebbe se tutto il territorio fosse così? Con case di ogni tipo e colore, alte o basse, a punta o quadrate, in vetro o mattoni, senza nessun tratto d'unione? Ci troveremmo più in una giungla di cemento che in un paesaggio. In parte, purtroppo, è già così e questo non giova molto ad una città che vive anche per la bellezza delle sue colline.
    Mi spiace che si sia sentito punto sul vivo ma, ripeto, non si tratta di un giudizio estetico sulla sua casa (MAI citata nel nostro post) ma solo della necessità di ragionare su un'edilizia che abbia maggiori regole e che non sia lasciata al caos come oggi.
    Un saluto

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