Non mi viene in mente altro paragone se
non quello di un ormai ex-innamorato che mentre lascia la sua ormai
ex-ragazza si lascia sfuggire, tanto per indorare la pillola, una
frase del tipo: “ però rimaniamo amici”. Ci mancava solo
l’aggiunta “vado con quell’altra ma solo perché è più ricca;
in realtà continuerò ad amare te”. Il cast? L’altra è Parma,
la ex-fidanzata è Salso. E il “gigolò” è il Campionato della
Pizza.
Insomma, un altro melodramma,
l’ennesimo, si è consumato nella nostra città.
Nulla da obiettare e da recriminare
sulla decisione che hanno preso gli organizzatori del campionato; ne
avranno sicuramente discusso, anche ampiamente e in maniera ragionata
come sempre succede quando si interrompe un rapporto di così lunga
durata. E dopo aver soppesato i pro e i contro hanno effettuato la
scelta a loro giudizio più favorevole per garantire il successo del
loro prodotto. In altre parole per garantirsi un futuro migliore.
Già, il futuro.
Capisco che oggi, senza
un’Amministrazione eletta dai cittadini e in presenza di un
Commissario che ha sostanzialmente il compito di traghettare il
Comune verso le prossime elezioni, diventa difficile anche trovare un
interlocutore per capire cosa sia veramente successo e quali siano i
motivi della rottura. Ma intendiamoci, il Campionato della Pizza è
solo un esempio che ci serve per capire come vengono gestiti i
rapporti con gli organizzatori di eventi, anche importanti, ospitati
a Salso e Tabiano.
Innanzitutto i tempi. Dal comunicato
che compare sul sito del Comune (stranamente e finalmente un po’
più attivo, più di quanto non accadesse durante l’amministrazione
Carancini) sembra che il mancato rinnovo sia stato gestito e
comunicato ora, e che sia caduto come un fulmine a ciel sereno sulla
testa del Commissario. E quindi, delle due l’una: o lo si sapeva
già da tempo ma per evidenti motivi non lo si è voluto
ufficializzare, oppure è effettivamente avvenuto all’improvviso.
Lascio che ciascuno tragga le proprie conclusioni su ciascuna delle
due possibilità, ma per quanto mi riguarda mi limito a dire che sono
entrambe indicative di una situazione, diciamo…inefficiente. Nel
primo caso perché poteva essere una notizia non in sintonia con i
proclami di iperattività della Giunta. E nel secondo caso? Può, o
potrebbe, avverarsi una rottura improvvisa di un accordo? Non conosco
i dettagli del contratto che legava gli organizzatori del campionato
al Comune di Salso, o più probabilmente a chi gestisce il
Palazzetto, ma sicuramente un’opzione di “fuga” era prevista
come è giusto che sia in tutti questi casi. Le domande vere da porsi
piuttosto sono: chi ha gestito il rinnovo? Con quali tempi? Che cosa
è stato messo sul piatto per cercare di evitare o almeno posticipare
il divorzio? Chissà se sapremo mai qualche dettaglio; ma non
importa, ormai i buoi sono scappati insieme alle bufale e alle
mozzarelle. E sarebbe anche interessante capire in concreto (e sapere
se è stato messo nero su bianco) cosa significa che “gli
organizzatori (del Campionato), nell’orientarsi verso le più ampie
strutture parmigiane, si sono impegnati a garantire un info point
riservato a Salsomaggiore gestito dal personale plurilingue
dell’Ufficio turismo, e poi ad organizzare a Salso un evento di
uguale portata, ma più adatto ad essere contenuto nel Palasport”.
Boh, vedremo.
Sta di fatto che gli organizzatori del
Campionato hanno effettuato una scelta imprenditoriale: andranno a
Parma con l’obiettivo di migliorare. Hanno fatto bene? Si vedrà,
ma si sono comunque posti un obiettivo e hanno scelto, come è nei
loro diritti.
Nel frattempo però anche noi dobbiamo
guardare al futuro, giusto? E facciamolo.
Come “gestire” gli eventi in Salso?
Innanzitutto, l’impressione è che la nostra città ospiti queste
manifestazioni in modo decisamente passivo; ossia arriva la tal
Associazione o il tal Ente che chiede un preventivo al Palazzetto, a
uno o più alberghi o ristoranti, si fa l’offerta e se questa viene
accettata l’obiettivo è raggiunto e ci si dimentica di tutto e di
tutti fino all’anno successivo. La gestione singola e “strategica”
di questi eventi è lasciata totalmente in mano all’organizzatore,
dimenticandosi bellamente che questi possono andare ad arricchire un
carnet di prodotti/servizi utili a promuovere tutta la città. Quanti
sono i casi segnalati da turisti (o anche dai residenti) che più
volte lamentano il fatto di non essere a conoscenza di ciò che
avviene in città?
Potrebbe cambiare la situazione se
invece di aspettare gli arrivi spontanei esistesse una struttura
dedicata che agisca con l’obiettivo principale, se non unico, di
andare a cercare chi organizza eventi e portarli a Salso e Tabiano?
Attivamente e non passivamente come viene fatto finora.
Sulla gestione e sulle modalità di
stringere i rapporti con chi organizza qualcosa a Salso ci sarebbe
molto da dire; è più lungimirante stipulare un semplice contratto
di fornitura servizi oppure pensare di entrare anche nella compagine
organizzativa anche al costo di incassare qualcosa di meno
dall’affitto delle strutture o dalle varie tasse e balzelli
comunali? Pensando al Campionato della Pizza e alle prime edizioni,
quando non si era ancora così certi del successo, gli organizzatori
avrebbero vissuto e sentito probabilmente in maniera diversa la loro
presenza a Salso se qualcosa di locale fosse entrato nella macchina
organizzativa, rendendo un po’ meno semplice il distacco. Della
serie: vi facciamo spendere meno ma inserite il Comune di Salso (o le
Terme, o l’associazione Colli di Salso, o il Parco dello Stirone o
qualsiasi altra cosa) tra i co-organizzatori. Oggi invece , dopo che
Salso ha contribuito (poco o tanto che sia) al successo dell’evento,
il “fidanzato” se ne va.
E questo ragionamento apre l’altro
grande capitolo che riguarda gli eventi; siamo partiti con gli
“amori” finiti e gli amanti insoddisfatti e finiamo parlando di
paternità. Il problema degli eventi che vengono e se ne vanno, e che
talvolta ritornano ma senza sapere per quanto, rimarrà tale finchè
questi non verranno creati e organizzati da Salso e per Salso, senza
possibilità di essere “scippati”. Di esempi ne abbiamo avuti a
iosa; uno per tutti Miss Italia.
Ancora, quindi, un altro motivo per
avere una struttura pensante che oltre a cercare di portare
attivamente gli eventi nella nostra città, si sforzi anche di
pensare a nuovi “prodotti”. Il tempo stringe. E nel frattempo non
trascurare alcune manifestazioni che ormai da qualche anno si
svolgono nella nostra città con un discreto successo ma che
potrebbero tranquillamente spostarsi verso altri lidi…
Giordano Chiesa
bollettini di guerra
RispondiEliminaAndrò controcorrente ma, il campionato mi pareva una gran buffonata e non creava indotto. Si può Trovare di meglio...
RispondiEliminaGigio
Mah...Gigio, sinceramente non so dirti se fosse una buffonata e che tipo di indotto riusciva a creare, però è anche vero che una certa eco mediatica la suscitava. Ricordo passaggi televisivi su network nazionali Rai e Mediaset per esempio. Ma al di là dei giudizi e delle passioni personali, i problemi a cui trovare una soluzione rimangono ahime i soliti, ma soprattutto la mancanza di capacità (o voglia?) di gestire e integrare gli eventi in un progetto più ampio, partendo da un METODO che individui fasce, nicchie, target di clienti e sappia confezionargli attorno l'evento su misura. Oppure, sfruttare al massimol'evento organizzato da altri per cucirgli addosso quanta più "Salso" possibile.
RispondiEliminaSul fatto che si possa trovare di meglio potrei anche essere d'accordo, ma punterei più sul fatto che Salso d'ora in avanti più che "trovare" di meglio possa "inventare e creare" di meglio.
g.c.
Certo, intendevo proprio quello. Mi sono espresso male. Inventare, creare, plasmare e fare NOSTRA qualsivoglia situazione che però coinvolga tutta Salso e non solo situazioni in cui i Salsesi vengano sfrattati e sfruttati. Il mese dei festival, deve diventare l'estate dei festival, Salso deve comparire sui vari Daydream, smartbox, cataloghi lidl viaggi etc etc. Si deve recuperare un minimo di senso di appartenenza alla nostra città e remare tutti nella stessa direzione contrariamente a quanto i nostri politici ci insegnano. Gigio
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