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domenica 6 febbraio 2011

Orlandi, "rivoluzione" Salso

Intervista di Massimiliano Franzoni, direttore del Giornale di Fidenza (www.ilgiornaledifidenza.net) sulla città termale e sul progetto di Cambiare Salsomaggiore.

Matteo Orlandi è da circa un anno e mezzo assessore alle Politiche Scolastiche del comune di Salsomaggiore. Ha un passato di militanza nei Verdi e ora si lancia nell’agone delle prossime amministrative con il progetto civico “Cambiare Salsomaggiore”. Si tratta di un progetto che fa della partecipazione dal basso con l’utilizzo di tutti gli strumenti tecnologici (social network, e-democracy, internet e altro) la sua base essenziale. Ci sono tanti punti di analogia con il sindaco “rottamatore” di Firenze Matteo Renzi, ma Salsomaggiore è da rottamare o basta un restyling?
La nascita del progetto Cambiare Salsomaggiore è proprio dedicata ad una totale rivoluzione nel modo di concepire la politica e l’amministrazione della città. Un restyling, ormai, non basta più perché Salso è in sofferenze e le motivazioni sono note. E’ una città che ha vissuto troppo tempo adagiata sul benessere e non è stata in grado, negli ultimi vent’anni, di rimanere al passo con i cambiamenti del mondo e del turismo. Quando l’Inps portava in città i curandi in modo “automatico” era tutto facile, ma era quello il momento in cui progettare il futuro del territorio. E’ mancata una lungimiranza e una voglia di rinnovo, e ora ne paghiamo le conseguenze. La politica ha certamente delle colpe ma non può essere l’unico imputato: molte attività alberghiere e commerciali sono rimaste uguali a decenni fa, tanti locali sono sfitti poiché i proprietari, nonostante la crisi, continuano a chiedere affitti altissimi e fuori mercato, il tessuto sociale è molto sgretolato e composto da una miriade di soggetti e gruppi, che tra loro fanno fatica a dialogare. Ognuno da la colpa all’altro, senza prendersi le proprie responsabilità, e anche chi ha fatto un buon lavoro, investendo risorse, si sente una mosca bianca perché gli altri fanno fatica a tenere il passo. È per questo che per cambiare Salsomaggiore serve davvero ripartire da zero, mettendo le carte in tavola di fronte a tutti i cittadini e coinvolgendo la comunità verso un nuovo futuro di Salso. Le potenzialità ci sono tutte e con un territorio di questa bellezza, che oltre alle Terme e alle sue meravigliose acque, possiede grandi patrimoni culturali, un paesaggio unico, eccellenze eno-gastronomiche di pregio, si può davvero fare tanto. Città molto più piccole e con meno “tesori” hanno saputo reinventarsi e attivare nuove forme di economia e turismo. La politica deve fare da guida, mettendo attorno a se tutta la società, creando una forte rete. Noi abbiamo le proposte, le idee, i progetti e un gruppo di salsesi, composto in gran parte da giovani, che vuole davvero fare ripartire la città. E siamo ottimisti perché amiamo Salso.

La confusione regna sovrana nel centro sinistra e soprattutto nel Pd. Affondato Ceriati, che pare non avesse proprio la stoffa, il Pd rispolvera le commissioni da prima repubblica, del resto alla guida c’è il navigato Ernesto Cocconi, e rifiuta le primarie. Tutti gli altri stanno a guardare. Ma Cambiare Salsomaggiore vuole collocarsi in questo centro sinistra?

Io sono un convinto sostenitore delle primarie, anche se in passato a vincerle (dove realizzate) non erano sempre i nomi più forti ma piuttosto i candidati schierati dal partito più influente e con più voti. Negli ultimi tempi, invece, si sono viste in tutta Italia esperienze diverse: si è fatta avanti una politica meno vincolata ai partiti e per le elezioni amministrative le persone più in gamba hanno prevalso, anche se all’inizio potevano apparire perdenti sulla carta. Dove c’è confronto e democrazia non si sbaglia mai, qualunque sia il risultato è sempre una vittoria per la politica e per la città. Questa è l’idea alla base di Cambiare Salsomaggiore e infatti mercoledì prossimo decideremo, insieme, che strada seguire. E’ un gruppo composto attualmente da 20 persone, ma in crescita e aperto a tutti, dove ognuno conta uno, e dove si discute realmente ogni mossa da intraprendere. Per molti politici di lungo corso questo metodo appare inusuale e ancora molti insistono a chiedermi: “Matteo Orlandi cosa farà?”. Non sarò io a decidere ma il coordinamento di Cambiare Salsomaggiore. Sarebbe interessante potersi confrontare con gli altri partiti mettendo a confronto i programmi, ma purtroppo in giro ce ne sono ancora pochi, si parla più di nomi che di progetti. Noi lavoriamo da oltre 6 mesi su un documento pubblico, scaricabile da tutti sul nostro sito www.cambiaresalsomaggiore.it.

Matteo Orlandi, pur essendo molto giovane, non è un nuovo della politica. Vieni dall’esperienza di assessore come la giudichi? Come giudichi l’operato di quest’amministrazione di centro sinistra ed in particolare che opinione ti sei fatto del sindaco Massimo Tedeschi?
Ho fatto un po’ di esperienza, è vero, specie nell’ambito amministrativo, dove i 9 anni di presidenza del Parco dello Stirone mi hanno aiutato. C’è però sempre da imparare e non bisogna mai smettere di mettersi in gioco, accettando nuovi stimoli e nuove sfide. Questi 14 mesi da Assessore sono stati importanti perché mi hanno permesso di conoscere Salso più nel dettaglio e avere un’idea dei punti di forza e di debolezza della città (e tra questi ultimi spicca la macchina amministrativa, che deve essere rivista dal profondo se si vuole cambiare Salsomaggiore). Non posso dare voti all’attuale amministrazione perché facendone parte sarebbe come giudicare se stesso, e non è corretto, né obiettivo. Saranno i cittadini a dire la loro nelle prossime elezioni di maggio. Io ho cercato di fare del mio meglio, ponendomi obiettivi realizzabili e da concretizzare in fretta, ma con uno sguardo al futuro. Le isole wi-fi gratuite, la City Card per le scuole, il progetto e-democracy, l’istituzione di una nuova scuola superiore, la creazione del Consiglio Comunale dei Ragazzi, le varie attività sulle pari opportunità, sono alcune delle iniziative su cui ho potuto lavorare e su cui mi è stata data piena operatività. Sono comunque convinto che il mandato di una Giunta e del Sindaco vada giudicato anche dal contesto in cui si trova. Come ho già detto, Salso è una città veramente difficile e complicata, che si trova ad affrontare una crisi locale aggravata da quella mondiale. E’ una città azienda dove il pubblico ha un certo ruolo ma se il privato non fa la sua parte gli obiettivi diventano ancora più difficili. Il dovere, che avrà il prossimo Sindaco, sarà quello di fare una trasformazione profonda, scardinando le vecchie logiche e facendo una sorta di “reset”. Forse è mancato questo negli ultimi anni ma può darsi che non ci fossero ancora le condizioni, specie nella volontà popolare, di rimettersi completamente in gioco.

Tu sei il promotore dei sondaggi virtuali. Certamente l’e-democracy può essere il futuro. Non ti sembra però che ci possano essere dei rischi in una partecipazione virtuale? Avete chiesto ai cittadini di Salsomaggiore se voglio fare a meno di Miss Italia ma non avete prospettato le alternative e il rischio, a quanto pare concreto, è che via la kermesse della bellezza Salsomaggiore rimanga nuda.
Lo strumento di e-democracy è stato importante per il suo obiettivo principale: favorire la partecipazione, lo scambio di idee, la democrazia locale. Il fatto di aver scelto la strada del voto palese evidenzia proprio questo aspetto. Se avessimo voluto fare solo dei sondaggi si sarebbe potuto tranquillamente mantenere l’anonimato, ma l’obiettivo era quello di invitare i salsesi a “metterci la faccia”, al pari di un’assemblea pubblica. Certo, siamo solo all’inizio e il progetto deve ancora crescere, ma è stato un primo passo importante. Per la questione di Miss Italia si è trattato di un rilevamento della volontà popolare. Va detto, però, che l’e-democracy è un appoggio per la Giunta e il Consiglio Comunale, ma non ne sostituisce l’operatività decisionale. Con il progetto Cambiare Salsomaggiore abbiamo provato ad immaginare diversi scenari, attraverso una serie di proposte in grado di sostituire Miss Italia. Con le risorse destinate al concorso si potrebbero fare grandi eventi lungo tutta la stagione: avevamo ipotizzato circa 80.000 euro al mese, una cifra di tutto rispetto per mettere in piedi festival, convegni, manifestazioni di rilevanza nazionale. Parlo al passato, però, perché con gli sciagurati tagli del Governo i soldi per la manifestazione con ogni probabilità non ci saranno nemmeno più e il problema assume tutta un’altra dimensione. Senza le Miss, e senza nemmeno i fondi per organizzare delle alternative, la crisi rischia di aggravarsi. E’ per questo che va ripensato il ruolo turistico di Salso, puntando a nuovi target e caratterizzando le stagioni in base a temi specifici che sfruttino le potenzialità di Salso e del territorio. Bisogna cambiare, rivedere, ripensare. Ed è quello che proponiamo con Cambiare Salsomaggiore.

Massimiliano Franzoni

2 commenti:

  1. Orlandi dovrebbe essere il candidato del centrosinistra, è l'unica faccia pulita e vincente che si può mettere in campo. Possibile che il PD sia così ottuso?

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