Un Consiglio comunale depauperato di quelle che sono (o dovrebbero, a questo punto) esserne le prerogative: controllo e vigilanza sull’attività della macchina amministrativa.
Consiglieri comunali sempre più relegati a una funzione del tutto secondaria e addirittura ripresi, nel caso dei Consiglieri di minoranza, quando evidenziano lacune, imprecisioni o addirittura errori madornali. È ciò che sta succedendo nella nostra Città ormai da diverso tempo e la cosa è emersa in tutta la sua evidenza nella seduta del 26 maggio scorso. Una seduta monotematica dedicata a un passaggio apparentemente poco più che formale già programmato nell’ambito della procedura concorsuale della Società termale (la trasformazione da Spa in Srl), ma che in un dettaglio ha strepitosamente evidenziato il modo di “governare” dell’amministrazione Fritelli.
I fatti, brevemente, sono questi: la bozza di statuto della nuova Società è stata bocciata dal Segretario comunale e quindi, per “non perdere tempo”, è stato presentato da parte della Maggioranza un emendamento che proponeva di dare subito il via alla creazione della nuova “Terme srl” senza alcun statuto societario, rimandandone la stesura, nei fatti, successivamente alla creazione della stessa.
Senza essere esperti di diritto societario, ci sembra evidente che creare una scatola vuota (sport in cui ultimamente la nostra Amministrazione ha dato varie prove di abilità) senza definirne prioritariamente le motivazioni, gli obiettivi, le clausole di garanzia e gli standard gestionali (lo statuto, per l’appunto) è un enorme rischio. Chi garantisce che lo statuto verrà scritto o riscritto secondo gli intendimenti originali? Chi assicura che non vengano introdotte modifiche che ne snaturino gli scopi societari? Con tutta la buona fede, nessuno. E su un tema come quello della futura gestione dell’attività termale, visti gli sconquassi del passato, considerati gli enormi dubbi sulla fine che farà il credito attualmente vantato dal Comune, che molto probabilmente diventerà un debito per tutti i cittadini, non è il caso di sorvolare.
Ma quella che poteva essere una semplice (per modo di dire) contrapposizione tra chi amministra e chi è all’opposizione ha purtroppo preso una piega amara nel finale della seduta consiliare. Un Consigliere di maggioranza e il Primo Consigliere, ovvero il Sindaco Fritelli, dopo che durante il dibattito erano state evidenziate “curiose” anomalie procedurali hanno chiosato affermando il primo che “non ci si può fermare davanti al dibattito tecnico perché il consiglio comunale non è qui per fare questo” e il secondo che “non ci si può riferire ai pareri dei funzionari e dei dirigenti per spiegare le situazioni; quello che c’è da decidere lo decide il Sindaco”. Innanzitutto vorremmo far presente che se in passato (sia recente che remoto) nelle sedute di Consiglio comunale si fosse entrato maggiormente nel merito degli aspetti tecnici, gran parte dei disastri che conosciamo non sarebbero successi. Al Sindaco invece chiediamo semplicemente un chiarimento: non dovremo tener conto d’ora in poi dei pareri di regolarità tecnica, contabile, amministrativa e via discorrendo richiesti dalla Legge ed emessi da funzionari (alcuni nominati fiduciariamente da Fritelli stesso) pagati in quanto tali dalle tasche di noi cittadini? Il “disordine amministrativo” evidenziato dal Segretario comunale sui temi che hanno portato alla costituzione di una commissione d’indagine e il resoconto dell’ispezione del ministero Economia e Finanze sulle “allegre” decisioni del Sindaco non costituiscono un campanello d’allarme sufficiente?
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