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martedì 12 giugno 2012

A proposito di Commissioni e trasparenza

L'APPENDICE DELLA PORTAVOCE


Nel Consiglio Comunale di venerdì 8 giugno è stata bocciata la mozione di Cambiare Salsomaggiore che proponeva una modifica al nostro Regolamento comunale: rendere pubbliche le sedute delle commissioni consiliari permanenti.


Per farvi capire l'importanza della nostra mozione, vi annoio con una breve parentesi per spiegare, a chi non lo sapesse, che cosa sono le commissioni consiliari.

Le commissioni consiliari servono per organizzare al meglio il lavoro del Consiglio Comunale.

Ogni commissione ha il compito di trattare ed approfondire argomenti specifici, esamina ed esprime pareri su iniziative e proposte che saranno poi discusse ed eventualmente approvate dal Consiglio Comunale, vigila sulle attività degli uffici e delle aziende del Comune.
Ogni commissione è formata da un certo numero di consiglieri scelti dal Consiglio in modo da rispettarne la composizione politica. 

(Cliccando sul seguente link potete vedere la composizione delle commissioni consiliari di Salsomaggiore Terme, il nostro Matteo Orlandi partecipa alla commissione Turismo, Attività produttive ecc..: http://www.comune.salsomaggiore-terme.pr.it/page.asp?IDCategoria=945&IDSezione=7426)


Le sedute delle commissioni consiliari, come del resto lo è il Consiglio Comunale, sono aperte ai cittadini in moltissimi Comuni, tra cui anche a Fidenza e Parma, per citare due facili esempi vicini a noi.

I cittadini vi possono partecipare solo come uditori, ma renderle pubbliche è un atto di trasparenza ed è in linea con le nostre leggi regionali (in particolare la legge regionale n. 3 del 09.02.2010 ) che dicono chiaramente che l'inclusione dei cittadini nei processi decisionali dell'Amministrazione e la promozione della partecipazione rafforza la nostra democrazia!

Venerdì sera la maggioranza e alcuni membri dell'opposizione hanno deciso di bocciare questa mozione, giustificando questa scelta con opinioni piuttosto discutibili.

Il consigliere Cenci (La Destra) era allarmato dall'idea di subire le pressioni di eventuali presenti e il consigliere Malvisi sembrava a dir poco preoccupato della presenza dei cittadini all'interno di quelle commissioni (come quella urbanistica, per intenderci) in cui si discute di “interessi privati”.

Speriamo in un lapsus infelice, ma le parole pesano e la domanda sorge spontanea: troppa trasparenza fa paura a qualcuno?

Alice Gerra

4 commenti:

  1. Alice e Matteo, quello che dite è sacrosanto, ma non è rendendo aperte al pubblico le commissioni consigliari che si risolvono i problemi della trasparenza. Guardate il consiglio comunale, è pubblico, ma quanta gente viene a vederlo? Solo i “tifosi” dell’una o dell’altra sponda sono a volte presenti. Nella mia breve esperienza politica ho inteso le commissioni come uno strumento a disposizione dei consiglieri per approfondire gli argomenti, concedetemi anche per discutere informalmente di problematiche varie con funzionari e consiglieri dell’altra “parte”. A volte mi è parso anche che in queste occasioni di incontro tra consiglieri potessero nascere consapevolezze trasversali (purtroppo, quasi sempre rapidamente smentite nel consiglio comunale conseguente). E’ vero, in tanti Comuni le Commissioni sono pubbliche come a Parma, ma non per questo tali Comuni hanno eccelso in trasparenza negli ultimi anni. Specie nei grandi comuni le Commissioni diventano dei veri e propri “consigli in miniatura”, con i riti e i teatrini che ne conseguono. Nella mia breve esperienza amministrativa, non ho mai colto nei cittadini che ho incontrato, una necessità impellente di partecipare alle Commissioni (probabilmente sarà un mio limite), ma piuttosto di veder risolti i problemi della quotidianità di una piccola comunità. Per questo, perdonatemi se non ho inteso sostenere i contenuti della vostra mozione, anche se ne condivido lo spirito, ma francamente se ne avessi ravvisato la necessità, ne avrei richiesto la modifica già nella passata Amministrazione. Mi sembra piuttosto che sia in atto una gara tra voi e i grillini per la leadership della trasparenza, uno propone le commissioni pubbliche e l’altro addirittura le riprese televisive delle commissioni. Ripeto, lo spirito con cui io concepisco le Commissioni è quello di uno strumento di apprendimento, approfondimento e confronto tra i consiglieri (eletti democraticamente secondo un sistema di rappresentanza). Le stesse commissioni sono peraltro consultive e non deliberative e se qualche cittadino ha necessità di esprimersi, può benissimo venire convocato dal presidente della Commissione competente per esporre i propri progetti e le proprie iniziative come peraltro avvenuto in diversi casi nel corso della passata Amministrazione. A testimonianza della mia buona fede, ricordo che durante la discussione sulla mozione, ho fatto mettere a verbale ed è stato accettato da tutti, che le convocazioni delle commissioni possano essere accessibili e comunicate a tutti i consiglieri indipendentemente dal fatto che il singolo consigliere appartenga all’una o all’altra commissione, proprio intendendone il significato sopra esposto. Non amo seguire comodi approdi, e so di essere magari impopolare, ma ho cercato di chiarire per quanto possibile la mia posizione in consiglio comunale fuori da ogni ulteriore equivoco.
    Paolo Canepari

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  2. Caro Paolo,
    pur rispettando le tue argomentazioni, vorrei che si discutesse molto meno superficialmente sul tema della trasparenza e di ogni singola azione, piccola o grande che sia, che ci porta verso questa direzione. Non è una battaglia demagogica, populista, una “gara” come la definisci tu, tra la nostra lista civica e il M5 Stelle, è un'esigenza, che a differenza tua, io avverto e sento molto chiara e mi sembra che il voto di Parma ne sia la dimostrazione: a Parma il Pd non ha “non vinto”, ha subito una sconfitta decisiva.
    Sono d'accordo quando dici che la presenza dei cittadini ai Consigli è bassa – anche se definire “tifosi” cittadini che simpatizzano per una parte o per un'altra non mi sembra impopolare, mi pare proprio degradante- ed è per questo motivo che coloro che fanno politica, che amministrano una città, non devono mai perdere di vista una missione importante: educare alla partecipazione.
    Non è retorica, è un processo lento, faticoso, che non prevede “comodi approdi”, ma uno sforzo enorme per riportare credibilità e fiducia all'interno delle istituzioni.
    Scusa la mia postilla finale, ma perché andare fino alla Leopolda ad applaudire Renzi che sbotta in un catartico “Libertà è partecipazione” e poi tornare a casa e votare contro ad una mozione che va proprio in questo senso?

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  3. L'educazione alla partecipazione si dovrebbe fare nelle scuole, quando uno è adulto si presuppone che non ne abbia più bisogno, ma sappia che è un suo diritto/dovere partecipare. Purtroppo molto spesso avviene solo quando si hanno interessi particolari da difendere. Una della azioni migliori di Matteo (non Renzi ma Orlandi) nella passata amministrazione è stata l'istituzione del consiglio comunale dei ragazzi, un'iniziativa che considero da perseguire con entusiasmo nella direzione che giustamente tu individui.
    PS: quando torno alla Leopolda suggerirò all'altro Matteo di rendere pubbliche le commissioni consigliari del Comune di Firenze che non lo sono, mi pare (sono pubbliche solo le commissioni di quartiere), altrimenti a Salso ci bastonano! Ciao P.Canepari

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  4. Ho letto con interesse lo scambio di opinioni tra Alice e Paolo, vorrei apporre il mio modestissimo contributo esprimendomi a favore della pubblicità delle sedute consiliari, proprio perchè è per il bene della cittadinanza e della città che esse sono istituite e regolamentate.
    A prescindere, personalmente sono per la trasparenza e verità sempre; nel caso specifico... "Ogni commissione ha il compito di trattare ed approfondire argomenti specifici, esamina ed esprime pareri su iniziative e proposte che saranno poi discusse ed eventualmente approvate dal Consiglio Comunale, vigila sulle attività degli uffici e delle aziende del Comune"....casca a fagiolo la presenza di un comitato di persone che ha proposto iniziative, proprio per vedere e sentire ( senza parlare! ) quello che accade ...se è vero che il tal consigliere che magari in piazza si dice d'accordo con una tal iniziativa e poi in commissione non esprime neppure un parere.... e poi a quanti di noi è capitato di sentirsi dire in un qualche ufficio comunale " l'assessore ha detto....la commissione si deve esprimere.... etc etc" e noi cittadini dobbiamo sperare di conoscere qualcuno che ci racconti un resoconto di seconda mano, secondo me se ad un cittadino interessa un argomento trattato in commissione, quel cittadino ha il diritto di andarselo a sentire. Punto. Non ci andrà nessuno? Amen contento chi non gradisce il pubblico ma almeno con la coscienza a posto del " io l'ho permesso "
    Ovviamente il tutto deve essere regolamentato con la normativa della privacy, (in quei casi in cui essa deve essere applicata), ma amici seguiamo l'esempio di altri comuni, son pochi i comuni che rendon pubbliche le commissioni consiliari? Bene facciamoci pionieri di questa iniziativa.....Se non ora quando?
    Cordiali saluti
    Raffaele Pizzati

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