L’economia di Salsomaggiore si è basata per decenni sulle potenzialità delle nostre Terme e su un turismo incanalato in un segmento ben preciso. Quando il motore della città funzionava a dovere tutto il “sistema Salso” era in attivo e non servivano investimenti o campagne di marketing per attrarre nuova clientela.
Negli anni, però, il mondo è cambiato: molte località, sprovviste di acque portentose come le nostre, si sono inventate un turismo termale e del benessere partendo da zero. Sono nate SPA, centri benessere, cure di ogni genere, anche senza avere un passato importante o territori di valore.
Salso è rimasta per decenni a guardare, offuscata dai periodi di grande ricchezza, senza innovare e reinventare la potenziale offerta. E così, quando le Terme hanno accusato le prime difficoltà, anche la città ne ha pesantemente risentito, fino ad arrivare all’attuale periodo di crisi.
Per uscire da questa situazione non dobbiamo solo incrociare le dita e sperare nella privatizzazione dell’azienda termale: se le cose andranno bene potremo tirare una boccata d’ossigeno ma non è possibile vivere a lungo con una mono-economia. Forse questo modello poteva stare in piedi dieci o venti anni fa, quando la competizione con altre località era meno forte e Salso era leader incontrastata del settore, ma oggi dobbiamo rimetterci in discussione.
La salute e il termalismo devono di sicuro essere temi centrali ma non possono essere gli unici motori della città; dobbiamo sviluppare altre economie e grazie alle potenzialità del territorio ne abbiamo tutte le possibilità. Serve un sistema che ruoti intorno allo “stare bene” in tutti i suoi aspetti, coinvolgendo sport, natura, cultura, arte, gastronomia e molto altro ancora. Le micro-stagioni tematiche sono un passo in questa direzione, così come serve un’attenzione più forte sulla costante evoluzione dell’offerta turistica. Non possiamo, ad esempio, pensare di fare marketing come in passato, quando il mondo girava in modo completamente diverso. Siamo negli anni di internet, dei voli low-cost, delle prenotazioni on-line, delle campagne informative fatte con google, con una comunicazione che viaggia veloce e precisa.
Se la visione di un “prodotto Salso” più ampio fosse stato portato avanti già a partire dai primi anni 90, investendo su un sistema di offerte diversificato, non avremmo forse accusato la crisi in modo così pesante.
Città al pari della nostra, ma con bellezze e risorse decisamene meno importanti, hanno saputo inventare nuove forme di turismo, creando dal nulla un mercato molto forte. Hanno avuto il coraggio di sperimentare, di guardare avanti e superare le difficoltà puntando su nuovi target.
E’ quello che anche Salso deve fare: siamo in ritardo, e parecchio, ma dobbiamo avere fiducia. Bisogna ristrutturare l’offerta turistica, partendo da Terme e salute ma ampliando la prospettiva a nuove proposte. Se non saremo in grado di uscire dal modello attuale sarà molto difficile superare la crisi, rimarremo sempre un gradino indietro rispetto ad un’economia che corre veloce e non aspetta i ritardatari.
Cambiare Salsomaggiore si impegnerà per questo: abbiamo elaborato le proposte per un nuovo sviluppo, che sono contenute nel programma disponibile sul sito www.cambiaresalsomaggiore.it
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