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mercoledì 27 febbraio 2013

Cosa vuoi che ti promettano alle prossime elezioni?

Dopo il risultato delle elezioni, si può affermare che il <<partito>> degli astenuti è il vero vincitore. Lo dimostrano i numeri definitivi sull’affluenza resi noti dal ministero dell’Interno, mai così bassi nella storia della Repubblica Italiana (e questo dovrebbe essere il primo punto su cui riflettere). Alla Camera si è registrata una partecipazione al voto del 75,17%, rispetto all’ 80,50% del 2008, mentre al Senato l’affluenza è stata pari al 75,19% in calo dall’80,46% di cinque anni fa (fonte: ISTAT). Un record in negativo: non era mai successo che alle urne si recasse meno dell’80% degli italiani. 


Cosa succede? Il senso di Nazione e di partecipazione alla vita politica stanno prendendo la via del declino? Inoltre, lo sapevate che la riforma della legge elettorale ha impedito a studenti Erasmus e lavoratori all’estero non iscritti all’AIRE (l’Anagrafe di chi risiede fuori Italia) di esprimere il proprio voto?
Insomma, dopo una campagna elettorale infuocata, che ha messo a dura prova l’intelligenza della popolazione (e dei leader dei partiti), dopo varie riforme al sistema elettorale che danno premi di maggioranza e si accaniscono sull’accaparramento dell’ultimo voto, pare che la situazione sociale e politica non sia affatto migliorata.
Anzi, il senso di fiducia dei cittadini nei confronti dei partiti è crollato vertiginosamente fino al dato record del 3% (fonte: ISTITUTO DEMOPOLIS). Le statistiche mostrano il valore più basso mai registrato negli ultimi trent’anni di analisi dell’opinione pubblica (altro dato che deve far riflettere). Crollano così i punti di riferimento dello Stato. Colpa degli scandali e di una classe politica incapace di mostrarsi credibile? Forse chi ha scelto di non votare lo ha fatto perché non si sentiva <<rappresentato>> da nessun movimento o partito? Fatto sta che la netta affermazione del Movimento 5 Stelle non può essere inteso solo come un voto di protesta ma come un esplicito desiderio di cambiamento.
La conclusione? Il Paese è ingovernabile, è nel caos la politica così come la nostra identità nazionale. In massa si sono rivoltati sui social network prendendo le distanze da questa Italia; <<io non mi sento italiano>>, <<io faccio le valige e parto>>… eppure questo è il frutto di mancate prese di posizione nel passato.
Eccoci quindi, un paese dove domina il populismo, che si affida alle promesse, che nega la realtà e se deve cercare un nemico punta il dito verso l’estero quando la radice dei problemi è molto più vicina.
Ritorniamo quindi alla mia domanda iniziale; quale promessa deve essere fatta all’individuo, affinché si alzi dal divano, indossi gli abiti del cittadino e decida di scegliere ciò che è meglio per la Nazione?

Sara Parizzi

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