La prima volta che sono venuto a Salso per i campionati di bridge era il 1990. Da quell’anno ho sempre cercato di esserci, lavoro permettendo, e alla fine sono diventato anche un salsese.
Nell’immaginario del bridgista
italiano medio giocare al Palazzo dei Congressi di Salso è come
calpestare il prato dello stadio di San Siro per un calciatore. Una
sensazione di perfezione, un alone di leggenda.
La Federazione Italiana gioco Bridge ha
eletto la nostra città sede dei campionati italiani da tempi
immemorabili, almeno trent’anni e ora i campionati di bridge di
Salso sono i più moderni, meglio organizzati e più selettivi del
mondo.
Il bridge per Salso è anche una fonte
di ricchezza. Migliaia di presenze all’anno (il record penso sia di
14.000) fanno sì che i nostri alberghi, ristoranti e negozi possano
contare su una fonte di reddito certa e costante.
L’anno scorso l’associazione di cui
faccio parte (Viva.Salso.Viva) ha organizzato dei corsi gratuiti di
avvicinamento al bridge e penso proprio che quest’anno ripeteremo
l’esperimento cercando anche il riconoscimento da parte della
Federazione.
Per chi non lo sapesse la Federazione
bridge è affiliata al CONI e la nazionale italiana open è la più
forte squadra al mondo tanto che poco più di 15 giorni abbiamo vinto
i mondiali tenutisi a Bali.
Per questo motivo Cambiare
Salsomaggiore ha depositato settimana scorsa un ordine del giorno in cui si
chiede che ai componenti della nazionale di bridge (in cui militano
tra l’altro 2 parmigiani) venga data la cittadinanza onoraria per
meriti sportivi.
Ci sembra il minimo che la nostra città
possa fare per rinsaldare i rapporti con una realtà che a volte
abbiamo trascurato ma che non ha mai tradito le nostre aspettative.
Flavio Ferri
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