Ogni volta che rientro a Salso dopo un soggiorno, seppur breve, ad Andalo (zona Paganella, Trento) mi viene spontaneo fare un raffronto con i due modi di gestire e vivere il turismo.
Per carità, un paragone schietto tra le due località non sarebbe corretto, loro hanno le montagne, che assicurano un appeal formidabile sia d'estate che d'inverno. Anche riconoscendo il fantastico pregio delle nostre acque termali non possiamo mettere sullo stesso piano due mondi diversi, tenendo anche presente che il trentino ha parecchie facilitazioni essendo Regione autonoma.
Però, se andiamo oltre il semplice ragionamento terme/montagna, non si può non rimanere colpiti (in positivo) da quel modo di gestire il turismo.
Mega parchi sportivi, adatti e grandi e piccini, con un'unica gestione che prende in carico tutto, dal minigolf ai campi da tennis, passando per i gonfiabili, la pista di macchinine, l'animazione, il trenino, le discese con i gommoni, le piscine, lo stadio del ghiaccio, la pista di atletica, il centro di equitazione, e tutto il resto.
Poi gli alberghi dedicati alle famiglie Andalo for Family (vi immaginate che bello un "Salsomaggiore for family"?), con sito internet, servizi dedicati e messi in comune tra varie attività per offrire una vacanza a misura di bambino.
Per non parlare delle iniziative condivise in cui albergatori, commercianti si muovono insieme per eventi come l'apertura serale dei negozi (abbinata da cena tipica in hotel), la cura dei dettagli e il decoro urbano, la distribuzione di tantissimo materiale informativo sul territorio, sulle attività disponibili, sulle iniziative. E potremmo andare avanti parecchie pagine raccontando di pregi di un modo di fare turismo in cui tutto è curato nei minimi dettagli.
Non si tratta di fantascienza, sono obiettivi che anche Salsomaggiore può raggiungere, se decide però di stravolgere e rivedere da zero il modo di concepire l'offerta turistica locale. Con Cambiare Salsomaggiore ne parliamo da anni (e avevamo anche presentato un piano turistico moderno e innovativo), la nostra città può avere un futuro e competere con il resto del mercato alla pari (o quasi) ma bisogna accettare dei sacrifici e avere il coraggio di mettersi in gioco. I progetti si possono fare, per alcuni non servono nemmeno risorse, ma solo volontà di cambiare e rompere i vecchi schemi, impostando una nuova mentalità.
Si può fare, basta volerlo avere il coraggio di prendere decisioni difficili, copiando anche un pò da chi lavora meglio di noi, senza paura, perchè possiamo solo migliorare.
Matteo Orlandi
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