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lunedì 26 ottobre 2015

Unione Terre Verdiane sì, no, forse, anzi… magari perché no

Risale a giugno 2015, non più di 4 mesi fa, il “suicidio assistito” dell’Unione Terre Verdiane, alias UTV, posto in essere dai Sindaci che del sodalizio stesso fanno parte (Fidenza, Salsomaggiore terme, Soragna, Fontanellato, Busseto , Fontevivo, San Secondo e Roccabianca). Evidentemente, si reputò allora, l’accanimento terapeutico per tenere in vita quello che a detta di tutti (anche di coloro che a tempo debito lo sostennero quale esempio di modernità, di efficienza e di risparmio) è ormai un carrozzone completamente al di fuori delle logiche secondo le quali fu creato, non ha ormai più ragion d’essere.
Tra l’altro, per non far soffrire eccessivamente il malcapitato, si pensò di somministrare al paziente un sovradosaggio di sostanza letale, tant’è che in quattro e quattr’otto alla sentenza di condanna emessa dal Consiglio di UTV seguì in Consiglio comunale a Salso (così come negli altri Comuni) la ratifica e dunque l’accettazione di tale decisione.
Ricordando, per inciso, che nel Consiglio di amministrazione di UTV siedono i Sindaci dei Comuni che ne fanno parte, oltre che una parte dei consiglieri comunali, rammentiamo anche che tale ratifica fu avallata e giustificata in pratica senza dar modo di approfondire tempi, dinamiche, modalità e conseguenze di tale decisione. Noi, come Cambiare Salsomaggiore, in quella occasione non partecipammo al voto per protesta perché, pur essendo convinti che UTV andasse quanto meno profondamente riformata, in mancanza di elementi oggettivi abbiamo ritenuto che la soppressione tout court, senza se e senza ma, avrebbe aperto una serie di interrogativi di non poco conto sulle modalità di riassegnazione ai singoli Comuni delle varie attività e competenze. Competenze che, giusto per ripassare l’argomento, non riguardano solo la gestione della Polizia municipale, ma spaziano (almeno nelle intenzioni statutarie) in tantissimi ambiti: socio-sanitario, attività produttive, territorio e infrastrutture, tributi, servizi demografici. Solo per citarne alcuni.
Perché torniamo sull’argomento? Perché evidentemente la gatta frettolosa deve aver partorito i gattini ciechi, dato che in occasione di uno degli ultimi Consigli di Utv, a seguito di un riaccertamento straordinario, ci si è accorti di un disavanzo (imputabile nella fattispecie alla convenzione per la gestione della Polizia municipale), per il quale è stato posto ai voti un ripianamento su base trentennale. Sì avete capito bene, trentennale. Ma come è possibile, se solo qualche mese prima si è deciso per lo scioglimento? Purtroppo è possibilissimo, è sufficiente che i Comuni che decideranno comunque di uscire da Utv si accollino i rispettivi debiti, che andranno però ripianati in via ordinaria, ovvero in 3 anni.
Quindi, oltre a ricordare che sulle nostre teste, in aggiunta al debito accumulato dalla “vecchia” società termale (a proposito, che fine ha fatto?) grava anche quello accumulato in Terre Verdiane, per finire merita una citazione il tentativo di emendamento (andato a vuoto, per il momento) di un gruppo di consiglieri di Utv, contenente una serie di richieste e suggerimenti per tenere in vita l’Unione e poter così indorare la pillola del debito a carico dei singoli Comuni, semplicemente dilazionandolo.
L’episodio testimonia quanto ondivaga e approssimativa, su un tema così delicato, sia l’indecisione dei nostri governanti: quelli locali (tra i consiglieri di cui sopra il “nostro” Giuseppe Billone, che qualche mese fa aveva accolto positivamente lo scioglimento di Utv) e il Pd tutto che, nelle sfere più alte, ha deciso di mantenere lo status quo.
Morale: il malato terminale (Utv) non solo è sopravvissuto alla dose iperletale, ma probabilmente riuscirà con un colpo di reni imprevisto a mettere il cappio al collo dei suoi improvvisati carnefici.

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